sabato 29 giugno 2013

IL PRIMO PRIDE NON SI SCORDA MAI

"Milano, oggi, è ancora più bella".
Dice il sindaco Pisapia.
E Meladailabrianza pure.

Un'emozione unica, partecipare al Milano Pride. Il primo pride di Meladailabrianza.
Dopo lo scorso anno, quando Meladailabrianza aveva preferito devolvere i risparmi della partecipazione al Bologna Pride alle vittime del terremoto in Emilia, questa volta nulla ci ha fermato.
E così armati di striscione, bandiere della pace e della solita gaseria brianzola, ci si è incamminati alla conquista del capoluogo lombardo insieme ai compari di I'm Gay Any Problems.

"Dalle parole ai diritti", lo slogan di questo Milano Pride 2013. Parole che abbracciano perfettamente lo spirito con cui Meladailabrianza ha intesto partecipare al suo primo pride.  Si cerca da più di un anno ormai, di portare la lotta per i diritti lgbtqi ovunque e per Meladailabrianza il pride è stato l’ennesima occasione per metterci la faccia, bella o brutta che fosse.

Una roba che non si può dire. Dicono. Un evento che ha lasciato a bocca aperta.

Colori, musica e sorrisi per una giornata che si è spesa ad inneggiare all'orgoglio.
Ed insieme a Milano hanno sfilato anche altre quattro città d'Italia: Bologna, Cagliari, Napoli e Catania. Un'onda rainbow o Onda Pride, idealmente unita per formare un'unica marcia che chiede ad alta voce uguaglianza di diritti. E sulla piattaforma rivendicativa si legge:

"Le forze politiche, i partiti e le istituzioni, da troppo tempo distanti e disattenti rispetto alla realtà sociale e civile del Paese, non possono più ignorare le nostre chiare e forti richieste di parità, dignità, laicità e libertà. L’evidente evoluzione del tessuto sociale e civile, la crescente sensibilità dell’opinione pubblica, le pressanti richieste delle istituzioni europee e le recenti sentenze delle supreme corti italiane indicano chiaramente la strada da seguire, in sintonia con alcuni punti dell’agenda storica del movimento LGBTQI italiano e internazionale".

L'augurio è quello che già ci aveva lasciato Fabio nell'intervista di qualche giorno fa e che alimenta le speranza nate dal meraviglioso evento di oggi:

"Ci auguriamo che il Milano Pride, assieme agli altri Pride locali e a quello nazionale di Palermo del 22, contribuisca a ottenere risposte concrete sui diritti perché questa situazione non è più tollerabile. Su questo, il sindaco di Napoli De Magistris sta lavorando per coinvolgere anche i sindaci delle altre città, e noi speriamo che da ora in poi potremo contare anche su di loro in questa nostra battaglia"


E così quest'anno il Milano Pride ha visto tra le sue file il debutto di Meladailabrianza, come partecipante (molto, forse troppo come al solito) attivo della manifestazione. Una manifestazione dove non poteva mancare la voce di questa Brianza che sempre più forte si sta facendo sentire a destra e a manca.
Sarà anche merito del nome, che tutto è tranne che poco provocatorio, ma d'altronde, come già detto e ridetto, questa Brianza prima l'abbiamo chiesta, ma poi ce la siamo presa.

Insomma, we were born to be pride.


lunedì 24 giugno 2013

UN TRANQUILLO WEEKEND DI PAURA

Ventiquattro Ore di Carugate. A parte che alla fine sono state molte più di ventiquattro ore, ma comunque non sono state abbastanza. O forse sì.

Con un omaggio particolare alla stanchezza, al caldo e alle contratture muscolari, questa terza edizione della 24 Ore di Carugate ha spaccato (tutto quanto e in tutti i sensi).
Un applauso alle vincitrici sportive della manifestazione, le Acchiappazanzare, che con un finale in campo contro le Gnu Team, finita ai rigori: rigori molto più emozionanti di Italia-Francia, che molti di noi hanno vissuto sotto maturità, come la sottoscritta. Questa volta niente maturità, ma la tensione c'era.
Applausi anche alle vincitrici del contest. A quelle sgangherate delle Pessime e alle matte della Gnu Team.

Insomma, la solita gabbia di matti.
Divertimento a mille e risate a non finire.

Una spericolata MeLaDaiLaViviana (eh sì, ormai il nome d'arte pare che sia proprio questo) sia è lanciata in un djset che pareva non avere mai fine e che avrebbe potuto sfiancare anche i più resistenti, ma che in realtà ha fatto ballare e sopratutto cantare fino alla morte (leggende narrano di un "Maledetta Primavera" cantata a squarciagola nella notte).
Una menzione particolare va alle Pessime, che almeno due di loro è certo che siano pessime davvero, ma mica per altro, solo perchè ne fa parte l'ultimo acquisto di Meladailabrianza: quel vulcano eruttante di Cheris, che ha spaccato sia in campo che fuori. Prima di tutto con quella sua maledetta invenzione del Twister gigante che è già la seconda volta che mina i tendini di fragili caviglie poco allenate.

Gol gloriosamente fatti e dolorosamente subiti, punizioni perfette e altre sbagliate, parate da primato e scatti sulla fascia hanno decorato questa due giorni davvero speciale.

E poi è parso che lì spaccassero un po' tutti: una giocatrice, un'altra ancora, una squadra intera, un arbitro, lo staff (in versione mono e versione trio) e pure il fotografo di Meladailabrianza, nonostante avesse il sole contro a quanto pare.

Come già detto, queste ventiquattr'ore hanno spaccato. In tutti i sensi.

GRAZIE A TUTTI


martedì 18 giugno 2013

BORN TO BE "PRIDE"

Recenti polemiche e dibattiti hanno acceso il profilo di Meladailabrianza e soprattutto della sua responsabile. Scontri politici che hanno aperto una diatriba sul delicato argomento dell'unione e della genitorialità omosessuale, nell'ambito di un Comune che ha già deliberato in merito alla legittimità del prima prima.
Città di contraddizioni, quella di Vimercate.
Ma è pur sempre grazie a quelle che ci si fa strada. Dicono.

Dalla politica all'orgoglio che deriva dai traguardi raggiunti, Meladailabrianza non può che rivolgere la sua attenzione ai Pride che si stanno tenendo e si terranno in questi giorni. Cercando di raccontare da lontano le emozioni del Torino Pride (8 giugno), i colori del Barletta Pride (8/15 giugno), le lotte del Vicenza Pride (15 giugno), il sole del Roma Pride (15 giugno), le conquiste del Palermo Pride (14/23 giugno), le gioie del Milano Pride (25/29 giugno), la soddisfazione del Bologna Pride (29 giugno), il profumo del Cagliari Pride (29 giugno), la musica del Napoli Pride (29 giugno) e il divertimento del Versilia Pride (6 luglio).

Presente con la mente e con il cuore al Roma Pride, dove la cara amica Raffa ha portato il logo e il pensiero di Meladailabrianza sul petto (e sulla testa),  il collettivo andrà a fare il solito casino brianzolo al Milano Pride.
Motivo per cui, meglio prima farsi conoscere. E conoscere.

Siamo andati a disturbare Fabio Galantucci, organizzatore del Milano Pride 2013, giusto per qualche domanda. E povero lui, si è anche messo a rispondere.
 

Quest’anno il Milano Pride è arrivato alla sua decima edizione. Ma qual è il motivo d’orgoglio del 2013?
Il motivo d’orgoglio nel 2013 è quello di essere presenti e visibili in un paese che continua a negare diritti a gay e lesbiche. E questo continua a contraddistinguere i Pride italiani dagli altri Pride Europei dove, dopo avere ottenuto il riconoscimento dei diritti civili, il Pride continua ad essere una festa importante della comunità LGBT. A Milano, come negli altri Pride italiani, non dobbiamo invece dimenticare che, oltre ad essere una grande festa, il Pride ha una forte valenza politica: è il momento in cui chiediamo a gran voce i nostri diritti. Anche per questo il 29 giugno sfiliamo contemporaneamente ad altre 4 città (Bologna, Catania, Cagliari e Napoli) con cui abbiamo dato vita ad Onda Pride, l’unione di 5 pride locali con la stessa piattaforma politica che chiuderanno la stagione dei Pride Italiani chiedendo dalle diverse regioni d’Italia che questo sia l’anno dei diritti.

Questa Milano Pride Week è stata chiamata “Le Cinque Giornate Rainbow di Milano”. Quelle storiche, di cinque giornate, he hanno portati di cambiamenti, e anche queste ne porteranno. Quali sperate che saranno?
Il fatto di avere costruito un’intera settimana di iniziative il cui culmine è la parata del 29 giugno, e pensare, quindi, al Milano Pride non solo come la parata dell’orgoglio LGBT ma come una serie di iniziative diffuse è già un importante cambiamento rispetto agli altri anni che avvicina
Milano all’esperienza degli altri Pride europei. Con la Milano Pride Week abbiamo cercato di coinvolgere la città nelle sue diverse anime (teatri, librerie, locali, etc) per far sentire la città come parte attiva della manifestazione, e non come semplice spettatrice di una parata.  Soprattutto per quel che riguarda la zona di Porta Venezia, dove si svolgerà la gran parte degli eventi, in cui abbiamo stipulato una serie di convenzioni e abbiamo creato una rete di esercizi aderenti al Milano Pride che faranno sconti ai possessori di una Pride Card (scaricabile dal sito) e che stanno già esibendo il simbolo del Milano Pride sulle vetrine. Già questi, secondo me, sono importanti cambiamenti in atto.   

Cosa succederà alla solita faccia grigia di Milano che siamo abituati a vedere? Di che colori si tingerà il capoluogo lombardo? Qual è il programma della manifestazione? Insomma, quale sarà la scaletta degli eventi?
Il Milano Pride inizierà il 24 giugno prendendo il testimone dal 27° Festival Mix  che chiuderà lo stesso giorno ,per continuare  con un fitto calendario di iniziative che riempirà Milano e, soprattutto, la zona di Porta Venezia, fino al 30. Ci saranno innanzitutto due spettacoli teatrali speciali, il venerdì all’Elfo Puccini e la domenica presso la DanceHaus Susanna Beltrami. Il teatro Elfo Puccini ha creduto fin da subito in questo progetto, ospitando anche una mostra di Marina Abatista durante la settimana e riservando convenzioni speciali per le repliche di “Shopping & Fucking”. La libreria di Via Tadino ospiterà molte presentazioni di libri a tematica LGBT, così come altre librerie della zona, mentre il Saggiatore caratterizzerà per il Milano Pride la sua tradizionale Open Night del 27 giugno. E non mancheranno ovviamente le serate nei locali. Inoltre, nelle serate da giovedì 27 a sabato 29 piazza Oberdan si trasformerà nella Pride Square e ospiterà un bar, musica e iniziative dal pomeriggio fino a sera.  L’evento culmine della settimana sarà, ovviamente, la parata dell’orgoglio LGBT del 29 giugno, che partirà in Piazza Duca d’Aosta (Stazione Centrale) alle 16,30 e che proseguirà verso Piazzale Loreto per attraversare tutto Corso Buenos Aires che nell’ultimo tratto rimarrà chiuso. Quest’anno abbiamo scelto un percorso diverso dagli altri anni perché dopo aver attraversato per tanti anni luoghi simbolo come il Duomo e Palazzo Marino che però ci penalizzavano nella visibilità della parata perché
deserti di sabato pomeriggio, mentre quest’anno vogliamo sfilare per le vie più popolate di Milano, vogliamo essere visibili più che mai! Anche le modalità della parata saranno differenti dagli scorsi anni perché vogliamo che il Milano Pride sia ecologicamente sostenibil, senza carri inquinanti: la manifestazione sarà animata da artisti di strada e bande di quartiere nel primo tratto, mentre in Corso Buenos Aires, nel tratto finale, ci sarà spazio per i palchetti con musica e animazioni a cura delle maggiori discoteche milanesi. I carri quest’anno lasciano spazio a una festa stanziale che riempirà porta Venezia e Corso Buenos Aires. Il programma dettagliato della Milano Pride Week e tutte le informazioni sulla parata sono disponibili sul sito www.milanopride.it.

Parlando di attualità. A vostro parere, organizzatori di una manifestazione fondamentale all’interno della realtà omosessuale, quanto quest’ultima si sente rispecchiata nella città di Milano e nella sua Regione? E soprattutto, in quest’Italia?
Vicenza Pride 2013
Stiamo facendo importanti passi avanti nella città di Milano da due anni a questa parte: quest’anno il Comune patrocina il Pride per la seconda volta consecutiva, incontra regolarmente le associazioni e le ascolta, e un anno fa ha approvato il registro delle unioni civili. E’ una città che non subisce più la comunità LGBT più grande d’Italia, come accadeva prima, ma che la valorizza. A livello nazionale è difficile dare una risposta: stiamo attraversando un periodo di forti mutamenti nell’opinione pubblica del paese sulle questioni LGBT. Anche i partiti politici stanno rivedendo le loro posizioni, ma è difficile prevedere quello che succederà nei prossimi mesi perché le variabili in gioco sono troppe: però è difficile rispecchiarsi in un paese dove non è riconosciuto nessun diritto alle coppie omosessuali, e che non le tutela contro le discriminazioni omo-transfobiche.

Cosa succederà dopo questo Milano Pride? Quali ne saranno gli effetti? O, per lo meno, quali sperate che saranno?
A livello metropolitano ci auguriamo che la città e la zona di Porta Venezia continuino a valorizzare la comunità LGBT, e che la collaborazione con i partner e le realtà continui anche dopo la Pride Week. A livello politico ci auguriamo che il Milano Pride, assieme agli altri Pride locali e a quello nazionale di Palermo del 22, contribuisca a ottenere risposte concrete sui diritti perché questa situazione non è più tollerabile. Su questo, il sindaco di Napoli De Magistris sta lavorando per coinvolgere anche i sindaci delle altre città, e noi speriamo che da ora in poi potremo contare anche su di loro in questa nostra battaglia.

Insomma, calendario alla mano e biglietti del treno sempre pronti.
Per andare dovunque si voglia. Al mare o in città. Ma con la volontà di ottenere risposte.


sabato 15 giugno 2013

MELADAILA24ORE

Sport.
Ebbene sì, le pigre gambe della scrivente (solo la cui penna fortunatamente non è stanca come i muscoli) sono state sottoposte ad una terapia anti pigrizia in occasione della partecipazione ad evento sportivo. Chi l'avrebbe mai detto? Ma d'altronde in questo clima di palestra, diete ed estate, s'aveva da fare.

E quindi, eccoci qui. Meladailabrianza sarà ospite alla terza edizione della 24 ore di Carugate.
Ventiquattro ore di calcio. Ventiquattro ore di musica. Ventiquattro ore di giochi. 
Insomma, un tranquillo weekend di paura.

Si comincia sabato prossimo, 22 giugno.
Per finire il giorno dopo.
In mezzo una nottata in tenda.
Di cui non verranno divulgati i dettagli privati.

Inutile dilungarsi, Meladailabrianza si dedicherà a tutto quello che non è sport, cercando di portar via concentrazione, atletismo e forza alle giocatrici. In che modo? Il solito. Ma anche qui, per ora i particolari non verranno resi noti per evitare che qualcuno possa cedere all'oscuro lato del barare. Si vocifera che Meladailabrianza si dedicherà alla musica e fin qui tutto bene. Ma poi c'è quel "entertainment" che vuol dire e vuol dire niente.
Insomma, chi vivrà vedrà. E il doping non vale.


Atlete, ospiti e tifosi sono stati avvisati.
"Girls just wanna have fun". Dicono.


domenica 9 giugno 2013

CENTO DI NOI, CENTO DI VOI

(quasi) Millequattrocento like.
(quasi) Trentamila visualizzazioni.
Cento post.

Sì, questo è il centesimo post che viene pubblicato su questo blog e non lo dedicheremo ad argomenti importanti. Non lo dedicheremo a fatti di cronaca ed attualità. Non lo dedicheremo a meritevoli iniziative.

Lo dedichiamo a noi.
E a voi.

A noi, perchè le penne (ormai tastiere, essendo nel ventunesimo secolo) che stanno dietro questi post sono ogni giorno più fiere di quelle che raccontano. Ogni riga scritta è una soddisfazione, è una parte di noi che viene narrata a chi la vuole leggere. Ogni post pubblicato è un grido forte che esprime quel che pensiamo e quel che sogniamo.
Si è parlato di un po' di tutto in questo blog.
Di cibo. Di musica. Di cinema. Di moda. Di diritti. E di Meladailabrianza.
Meladailabrianza, che ha prodigato ogni suo frammento per creare questo contenitore virtuale di pensieri e parole.

E a voi, perchè un libro che non viene letto, non ha ragione di essere un libro.

(quasi) Millequattrocento grazie.
(quasi) Trentamila grazie.
Cento grazie.


"Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo" [cit. Charles Buskowski, Il capitano è fuori a pranzo]


lunedì 3 giugno 2013

"LE COSE CAMBIANO", E CAMBIERANNO

Le cose cambiano.
L'abbiamo detto. L'abbiamo sperato. Ed è successo.
O quanto meno "Le cose cambiano" è nato.
Poi perché le cose cambino per davvero, ci vorrà il suo tempo.

Meladailabrianza è la prima a credere che le cose possa cambiare, così com'è cambiata questa Brianza. La provincia dove fino a un anno e mezzo fa l'omosessualità non esisteva, ora pare esserne piena. O almeno piena di chi vuole gridare a viva voce "Io sono qui e ci voglio restare".
Così come crede nel suo territorio, Meladailabrianza crede anche nel progetto "Le cose cambiano". Ma sarebbe troppo noioso raccontare che iniziativa è. Soprattutto perchè è già noto a tutti di cosa di tratta, ma servirà fingere di non sapere ancora niente per gustarsi meglio questo post.
Siamo andati a infastidire Chiara di "Le cose cambiano" per farci dire tutto e di più di questa iniziativa, che nel suo noma raccoglie tutte e una speranza.

Cominciamo. Chi siete? Cosa fate? Perché lo fate?
Siamo un'associazione che si chiama Girls and Boys e crede che il racconto sia uno strumento per fare del bene a chi lo fa e a chi lo ascolta. Siamo una casa editrice che si chiama Isbn
Edizioni e facciamo libri, perché ci piacciono le storie. Quella di It Gets Better era così bella che non poteva non essere raccontata anche qui, in Italia; ma siccome tradurre è tradire, abbiamo deciso di “tradire”, almeno in parte, gli Stati Uniti. Raccontando le nostre, di storie. Perché le cose cambiano in modo diverso, qui, e ci interessava capire come. Come ha scritto Linda nel post inaugurale del nostro blog “Ci piacerebbe che questa fosse una specie di biblioteca digitale di finali alternativi – positivi – che possa essere consultata da chiunque per trovare ispirazione, soprattutto da chi è bloccato davanti alla pagina bianca e non sa più come va avanti la propria storia. Mano a mano che raccogliamo le storie – che saranno perlopiù sotto forma di video – vogliamo pubblicarle, nel senso letterale di renderle pubbliche, dare loro visibilità. Non adotteremo i criteri con cui normalmente si selezionano le storie in casa editrice: non faremo caso alla ricercatezza della scrittura, all'architettura della trama, alla costruzione dei personaggi. Sospenderemo il giudizio, perché le troviamo tutte bellissime, utilissime. In questo particolare caso la bellezza e la verità sono costituite dalla scelta stessa di raccontare la propria esperienza, dal gesto di mettersi davanti a una telecamera – o a un foglio bianco – e dire: «Ascoltate me, le cose non stanno come credete, potete essere pienamente felici vivendo come vi pare, liberi di essere ciò che siete. E non solo, ottenere quella felicità è un vostro diritto. Vi racconto cos'è successo a me».

Le cose cambiano. Cosa deve cambiare? Chi deve cambiare? Perché le cose devono cambiare?
L'Italia, deve cambiare. E gli italiani. Perché il livello di violenza fisica e verbale nei confronti delle persone LGBT è altissimo, e non solo: c'è tutto un lavoro sui diritti che è ancora da fare. Stiamo iniziando adesso a sentirne parlare seriamente – con la proposta di una legge contro l'omofobia, o con quelle per il matrimonio egualitario. Che sia la volta buona? Lo possiamo solo sperare. Le cose devono cambiare perché non ci sia più bisogno di noi, perché nessuna ragazza, nessun ragazzo debba più pensare “di non avere avuto la fortuna di nascere eterosessuale”, come abbiamo letto di recente sui giornali. Perché nessuna ragazza, nessun ragazzo, debba più credere di essere solo al mondo, o di non avere alternative.

Qual è stato il primo video caricato? Quanti video avete raccolto finora?
Il primo video che abbiamo ricevuto è stato quello di Fulvio Zendrini, che fa parte di Girls and Boys. È stato caricato insieme ad altri video, abbiamo deciso di partire già con un piccolo archivio, per iniziare subito a cambiare le cose. Siamo arrivati a raccogliere quasi quaranta storie, e speriamo che sia solo l'inizio.

Quale vi sembra essere il feedback dal pubblico?
Ti racconto come è iniziata la mia giornata, per fartelo capire. È suonata la sveglia del telefono, l'ho preso per spegnerla e ho trovato un messaggio su Facebook che diceva più o meno così: potere finalmente esprimere ad alta voce ciò che non avevo mai detto mi ha liberata un bel po'. Senza te e senza Le Cose Cambiano non sarebbe accaduto! Perciò grazie mille. La strada è lunga e forse un po' in salita, ma sto cominciando ad intraprenderla, e questo è già fantastico, per me. Poi sono andata su Twitter e lì ho trovato quest'altro messaggio: mi domando se la mia vita sarebbe stata diversa se negli anni 90 avessi avuto il vostro supporto. Ecco, questo.

“Le cose cambiano” ha avuto subito molto seguito. Servivate. Eccome se servivate. Ora qual è il prossimo passo?
Il prossimo passo sarà quello di pubblicare un libro, insieme al Corriere della Sera, che sarà in parte una traduzione di It Gets Better: Coming Out, Overcoming Bullying, and Creating a Life Worth Living, e in parte tutto italiano. Il libro uscirà tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre, per arrivare là dove non arriva la rete. Speriamo possa diventare uno strumento utile non solo per gli adolescenti e le adolescenti LGBT, ma anche per i genitori, per gli insegnanti, per chiunque. E poi... si vedrà! Abbiamo un grande esempio, davanti a noi, quello degli Stati Uniti, dove il progetto It Gets Better sembra davvero avere contribuito a cambiare le cose. Facciamo parte della rete internazionale degli affiliati – un'esperienza meravigliosa, come fare parte di una grande famiglia.

Le cose potranno cambiare davvero?
Le cose stanno già cambiando, e allora non posso che risponderti di sì. Stanno già cambiando perché abbiamo sempre più voce, stanno già cambiando grazie al lavoro delle associazioni e a quello degli individui. Sono già cambiate: lo sentiamo dalle storie che ci stanno arrivando. Cambieranno: perché mai come in questo momento ci sono la voglia e le forze per farlo.

Qual è la più grande speranza di “Le cose cambiano”?
Quando abbiamo iniziato ci siamo detti: se questa cosa cambierà anche solo la vita di una persona, sapremo di avere raggiunto il nostro obiettivo. Ogni volta che qualcuno ci scrive per ringraziarci, per dirci che grazie a noi ha trovato il coraggio di fare coming out, o di rivolgersi a qualcuno, o di uscire dall'isolamento, ci diciamo: ce l'abbiamo fatta, ma ancora non ce l'abbiamo fatta, avanti con la prossima. Una persona alla volta, una storia alla volta: è così che le cose cambiano.


Cambiare le cose. Cambiare le vite.

Che poi, sarà che il liceo classico ti segna, ma "cambiare" deriva dal greco kambein/kamptein che voleva dire proprio curvare, piegare, girare intorno. 
Chissà che non sia la volta buona che qualche mente non curvi la sua direzione.