L'avevamo già conosciuta. Ormai più di un anno fa.
Ora l'abbiamo fatto noi. Eleonora Dall'Ovo si racconta. E lo fa qui.
Una chiacchierata tra amiche, anche se a distanza, ma è stato come stare davanti ad un caffè. E questa volta non c'era nessuna macchina verde.
Prima le
presentazioni. Ciao, tu sei?
Eleonora Dall'Ovo, una teatrante, insegno teatro nelle
scuole, scrivo teatro per ragazzi, teatro femminista e teatro a tematica lgbq.
Sono anche una radio giornalista e conduco la storica trasmissione di Radio
Popolare “L'Altro Martedì”.
In quale delle tue
mille professioni ti identifichi di più?
Mi identifico di più in quella di radio giornalista
lgbtq, perchè mi piace molto lavorare con il media radio, perchè mi permette di
conoscere molti attivisti lgbtq e perchè divulgo agli ascoltatori etero e non
solo il nostro modo di vedere il mondo e le nostre battaglie per i nostri
diritti. Ci credo molto in questo mio doppio lavoro, sono circa 17 anni che
conduco L'Altro Martedì e in questi anni ho davvero visto evolvere e poi
purtroppo involvere le istanze del movimento. Purtroppo il nostro Paese è una
nazione europea poco attenta ai diritti per coloro che non siano etero bianchi
e maschi.
Sei alla
conduzione de “L’Altro Martedì”, storica trasmissione di Radio Popolare, che si
definisce “di cultura e informazione omosessuale e transex”). Com’è nata l’idea
di creare una trasmissione del genere?
L'idea è nata 34 anni fa dal giornalista gay Paolo Hutter
e Paolo Rumi. Hutter lavorava già in radio come giornalista e gli venne in
mente di fare la prima trasmissione radio in Italia a tematica gay e lesbica.
Fu subito un gran successo, perchè lo stile era molto diverso da quello di
oggi, molto camp, scherzoso, fatto di battute e molto teatrale. Oggi l'Altro
Martedì ha uno stile più giornalistico che di intrattenimento. Informa e da
voce a tutte quelle realtà che operano sul territorio italiano. Non ci furono
per niente critiche , anzi era molto seguita dagli etero che se la ridevano. Ad
esempio se c'era una partita di calcio, loro facevano la diretta, ma non certo
sul calcio ma sui calciatori!
La radio è un
mezzo molto potente, probabilmente uno dei più forti per raggiungere le
persone, e la tua trasmissione fa informazione, cosa ancora con più grandi
potenzialità. Cosa pensi di raccontare attraverso la tua trasmissione? Cosa
speri che raggiunga chi ti ascolta?
Io spero di raggiungere ascoltatori etero e omosessuali e
trangender. Riguardo agli etero vorrei che sapessero quanto e cosa riescono ad
organizzare le associazioni lgbtq sul territorio, che gli omosessuali non sono
anormali, ma sono semplici persone che amano persone del loro stesso sesso. Per
etero mi piace anche diffondere la nostra cultura che non è fatta solo di Pride
e feste, ma soprattutto di libri, teatro, cinema, musica.e che diamo un grande
apporto alla cultura del paese: pensiamo solo a personaggi come Pasolini, Pier
Vittorio Tondelli, Virginia Woolf, Almodovar e mille altri ancora. Riguardo agli
omosessuali spero che ricevano forza dalla mia visibilità e dalla visibilità
degli intervistati. Noi intervistiamo solo persone che dicono il loro nome e cognome
vero, altrimenti niente. Desidero che gli ascoltatori omosessuali sappiamo gli
avvenimenti della nostra città e conoscano più realtà lgbtq per poter magari
scegliere se diventare militanti o semplicemente parte di una comunità che si
ritrova e produce cultura anche solo manifestando con il proprio corpo ad un Pride.
In tutti gli anni
in cui hai condotto la trasmissione qual è stata la rivoluzione più grande nel
mondo omosessuale a cui hai assistito?
Beh mai potrò dimenticare il World Pride che si svolse a
Roma. La radio ci fece fare la diretta. Era il 2000 e il World Pride svolse a
Roma tra mille polemiche. Eravamo tantissimi, gay, lesbiche, transgender, bisex,
etero da tutto il mondo. Tutti sfilavamo felici e convinti che avremmo avuto
presto i nostri diritti. Fu una diretta in network su tutta Italia
entusiasmante. Intervistai personaggi politici storici del movimento e gente
comune e posso dire con il cuore che è stata davvero una delle emozioni più
grandi della mia vita.
E la delusione più
grande, sempre in fatto di tematiche omosessuali?
Il Roma World Pride ci diede molte speranze, ecco la
delusione più grande è ancora che dopo 13 anni di lotte non abbiamo in Italia
un legge contro l'omofobia e per il matrimonio egualitario. Purtroppo i nostri
politici dipendono troppo dai partiti di centro e la nostra destra è una destra
conservatrice quasi medioevale, non certo come quella americana o quella
inglese.
Cosa credi sia
importante al giorno d’oggi soprattutto in Italia per sbloccare questa
resistenza nei confronti delle coppie omosessuali?
Una nostra rivoluzione di massa. Andare ad occupare il
Parlamento. Credo che le nozze omosessuali non le vedrò mai. Credo che la mia
generazione del '67 non avrà modo di goderne i benefici!!!!!
Il messaggio che
vorresti arrivasse a chi ti ascolta?
Siate visibili, non vergognatevi di essere omosessuali o
transgender. Siate voi stessi, non sarete esclusi, anzi vi darà più forza. Fate
coming out!!!
A questo punto non è forse irresistibile dare una sbirciata alla pagina di "L'Altro Martedì". E non sarebbe male nemmeno cominciare ad ascoltarlo qualche volta.
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