sabato 13 luglio 2013

OMOFOBIA A TORINO. DOVE SONO LE LEGGI?

Già una volta avevamo scomodato il signor Stéphane Hessel. 
E ora lo facciamo di nuovo.

«Il peggiore degli atteggiamenti è l’indifferenza, dire “io non posso niente, me ne infischio". Comportandovi così, perdete una delle componenti essenziali che ci fa essere uomini. Una delle componenti indispensabili: la facoltà di indignazione e l’impegno che ne è la diretta conseguenza». [cit. Stéphane Hessel, "Indignatevi!"]

Solo una volta letta e riletta questa frase e capitone il suo senso, si può proseguire.

Un’altra aggressione, altre quattro vittime. Nella notte tra domenica e lunedì scorsi sono stati aggrediti a Torino quattro giovani omosessuali, che sono stati insultati e picchiati dopo l’uscita da una festa al Parco del Valentino. in uno dei locali si era appena tenuta la selezione di Mister Gay Piemonte e la cosa non poteva non dare fastidio a quattro omofobi, pronti a scaricare tutta la loro rabbia. Hanno aspettato i ragazzi all’uscita, poi gli insulti, bottiglie lanciate e tavoli rovesciati, infine i pugni e le cinghiate. Sul corpo delle vittime sono evidenti i segni del pestaggio, che ha avuto finalmente fine solo quanto sono arrivate le forze dell’ordine. Nessuno è intervenuto prima.

Indignazione e solidarietà. Questo arriva dal web e della politica italiana. “Torino è una città che nella sua cultura e nel suo costume non ha mai avuto tensioni omofobe o intolleranti - ha detto il sindaco Piero Fassino guarigione - L'aggressione è gravissima e mi auguro che i responsabili vengano puniti”. “L'episodio non solo è grave in sé, ma amareggia ancor di più il pensiero che la violenza sia stata perpetrata da un gruppo di coetanei delle giovani vittime, quando ci si attenderebbe dalle nuove generazioni un atteggiamento di apertura e di inclusione - ha commentato l’assessore al Welfare del Comune Mariacristina Spinosa - Si pone l'urgenza della definizione e approvazione di strumenti legislativi che tutelino le persone omosessuali e transessuali riconoscendo l'omofobia e la transfobia nella categoria dei crimini generati dall'odio”. Per Anna Rossomando del Pd: “è necessario che le istituzioni si facciano carico di questo problema non solo promuovendo leggi che contrastino con forza ogni fenomeno di omofobia o transfobia, come sta provando a fare in queste settimane la Commissione Giustizia della Camera, ma che inneschino al contempo un cambiamento simbolico e culturale, ad esempio riconoscendo pari diritti alle coppie omosessuali”.

“La violenta aggressione di Torino racconta di un paese in cui omofobia e violenza contro gay lesbiche e trans sono ancora presenti, minacciose e al tempo stesso sorprendenti - ha affermato la presidente nazionale di ArciLesbica Paola Brandolini, che si augura che il 22 luglio - approdi in Aula e sia votata una legge contro l’omofobia che sancisca in modo chiaro e inequivocabile che anche in Italia violenza e discriminazione verso lesbiche, gay e trans sono reati”.

Contrario ad una legge sull'omofobia si è però detto il senatore Lucio Malan: “L’aggressione a Torino a partecipanti a una festa gay è un fatto da condannare con fermezza, così come è doverosa la solidarietà con le vittime. Ma la legge sull'omofobia è un’altra cosa. Il testo attualmente in commissione è troppo ampio e generico e si presta ad estensioni arbitrarie, ad esempio a danno di chi sia contrario al matrimonio gay o a chi, per motivi religiosi, ritenga l’omosessualità un peccato”.



Cosa ci si voleva aspettare? È l’Italia. Il paese in cui se viene picchiato a sangue perché sei omosessuale, condanniamo il gesto, ma aspettiamo un po’ a prendere decisioni affrettate in fatto di leggi.
  
E così questi quattro ragazzi rimarranno senza giustizia, con le loro cicatrici addosso e con la consapevolezza che il mondo in cui vivono non è poi il massimo.

Come Gianluca.

Italia, indignati.


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