martedì 27 maggio 2014

#iocimettolafaccia: ROBERTO BAGAZZOLI

Naturalezza. E' questa la parola chiave della storia di Roberto.
Già perché basta farsi conoscere per "dimostrare che noi gay non siamo dei “marziani”".


Cominciamo con le presentazioni. Chi sei? Quanti anni hai? Cosa fai nella vita?
Mi chiamo Roberto ho 49 anni nella vita faccio lo Speaker Radiofonico e sono pubblicista.
Sono Marchigiano ho vissuto 7 anni a Roma con il mio ex compagno e da 3 vivo in Brianza a Cavenago con il mio compagno Paolo e il nostro cane Briciola, un meticcio pura razza di strada.

Ora, per conoscersi meglio.
Dove sei nato e cresciuto? Com'è stata la tua adolescenza?
Sono nato ad Ancona da padre romano e mamma pesarese, siamo sempre stati un po' girovaghi in quanto mio padre è stato comandante dei carabinieri, poi nel 1977 ci siamo fermati a Monte San Giusto in provincia di Macerata dove ho frequentato le scuole primarie e il primo anno di Ragioneria. Sempre per lo studio mi sono trasferito a Pesaro con i nonni materni dove ho completato gli studi di Ragioneria e poi mi sono iscritto a Giurisprudenza ad Urbino, dove dopo due anni ho smesso di studiare per la morte di mio padre. I primi anni li ho vissuti in questo piccolo paese che negli anni 70 è stato la culla della produzione calzaturiera italiana, educazione rigida ma anche privilegiata, ero sempre il figlio del comandante dei Carabinieri del posto. La seconda parte della mia vita l'ho vissuta a Pesaro molto più da “indipendente” con mia nonna che è stata sempre una “illuminata” sul fronte dell'educazione ed era ben disposta nel dare “fiducia” in quelle che potevano essere le scelte quotidiane.

E ora che sei grande, com'è la vita? 
E come la riempi?
Oggi sono un uomo sereno e appagato, ho una famiglia che è il mio “porto sicuro” e il tutto vissuto con grande naturalezza. Lavoro a Radio Reporter di Milano, ma anche a Radio Sabbia di Riccione (ho lo studio in casa), ho una mia webradio che si chiama Stereo Pesaro. Sono direttore Responsabile di una testata “On Line” che si chiama Pesaro Prima e trovo tempo di fare lo speaker in alcuni siti di aggiornamento professionale per alcune importanti aziende Italiane. Convivo con Paolo da 3 anni e stiamo insieme da 4, Briciola è arrivata dal canile un anno e mezzo fa.

Quando è stato e (soprattutto) qual è stato il tuo coming out più importante?
Il Coming out più importante l'ho fatto a me stesso con l'aiuto di un'analista, uscivo da 10 anni di matrimonio ed era ora mettessi un po' di ordine nella mia vita. Le prime persone con cui ho parlato sono state Luigi (amico di una vita) che mi trovò a piangere dietro la porta di uno studio radiofonico a causa della mia prima ”cotta”, poi è stata la volta di mio fratello, mia cognata e mia madre, con lei non è stato semplicissimo, solo perché si è fatta e mi ha fatto un sacco di domande, ha cercato di capire se fosse colpa sua. Milioni in lire di colazioni e un solco sul lungomare di Pesaro dove andavamo a passeggiare e chiacchierare.

Meladailabrianza dice sempre che “Per ottenere diritti, bisogna avere visibilità; per avere visibilità, bisogna metterci la faccia”. Tu che significato dai al “metterci la faccia”?
"Metterci la faccia", per me, è vivere la mia condizione di omosessuale con estrema naturalezza. Io credo che contro l'ignoranza si possa rispondere essendo se stessi ed essere un esempio. Mi spiego meglio, a me capita spesso di avere amici che mi dicono tu e Paolo siete così normali nella vostra vita di coppia. Insomma riusciamo a dimostrare che noi Gay non siamo dei “marziani” e che oltre al “folklore” ci sono anche delle “persone”.

Un episodio in cui ci hai “messo la faccia”?
Racconto un esempio negativo, fino al mio arrivo a Milano mi è capitato di incontrare delle persone che non mi hanno mai fatto pesare la mia condizione. Sono partito da Roma e avevo già un colloquio di lavoro “in mano”. Superato il provino, mi hanno parlato dei termini di contratto e poi per 15 giorni silenzio. Mi è stato dato un appuntamento in cui il direttore Artistico di una stazione Radio milanese molto importante mi ha detto che non avrei avuto quel posto perché ero gay. Ho incassato malissimo quel colpo poi ho trovato persone che della mia vita privata non si interessano granché, ma mi hanno valutato per la mia professionalità e hanno successivamente chiamato nel gruppo di lavoro anche il mio compagno anche lui radiofonico.

Un augurio o auspicio da lasciare a chi ci legge…
Che molto presto prevalga il senso civile e il rispetto per Gay, Lesbiche, Trans, Transgender. Mi auguro che si possa fare più “movimento” che feste. In America la comunità Gay è una potenza di cui la politica ha soggezione. Ecco cosa mi auguro. Che si possa discutere dei diritti della coppia sposata o meno. Perchè io sono di quelli che non ritiene importante il matrimonio come istituzione, noi lo siamo senza bisogno che ci siano terzi a sancirlo. Vorrei però acquisire i diritti di un familiare e non di un “tollerato”.


1 commento:

  1. Concordo pienamente. E' importante metterci la faccia. A lavoro lo sanno tutti, e che lo vogliano o no, this is me.

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