lunedì 3 giugno 2013

"LE COSE CAMBIANO", E CAMBIERANNO

Le cose cambiano.
L'abbiamo detto. L'abbiamo sperato. Ed è successo.
O quanto meno "Le cose cambiano" è nato.
Poi perché le cose cambino per davvero, ci vorrà il suo tempo.

Meladailabrianza è la prima a credere che le cose possa cambiare, così com'è cambiata questa Brianza. La provincia dove fino a un anno e mezzo fa l'omosessualità non esisteva, ora pare esserne piena. O almeno piena di chi vuole gridare a viva voce "Io sono qui e ci voglio restare".
Così come crede nel suo territorio, Meladailabrianza crede anche nel progetto "Le cose cambiano". Ma sarebbe troppo noioso raccontare che iniziativa è. Soprattutto perchè è già noto a tutti di cosa di tratta, ma servirà fingere di non sapere ancora niente per gustarsi meglio questo post.
Siamo andati a infastidire Chiara di "Le cose cambiano" per farci dire tutto e di più di questa iniziativa, che nel suo noma raccoglie tutte e una speranza.

Cominciamo. Chi siete? Cosa fate? Perché lo fate?
Siamo un'associazione che si chiama Girls and Boys e crede che il racconto sia uno strumento per fare del bene a chi lo fa e a chi lo ascolta. Siamo una casa editrice che si chiama Isbn
Edizioni e facciamo libri, perché ci piacciono le storie. Quella di It Gets Better era così bella che non poteva non essere raccontata anche qui, in Italia; ma siccome tradurre è tradire, abbiamo deciso di “tradire”, almeno in parte, gli Stati Uniti. Raccontando le nostre, di storie. Perché le cose cambiano in modo diverso, qui, e ci interessava capire come. Come ha scritto Linda nel post inaugurale del nostro blog “Ci piacerebbe che questa fosse una specie di biblioteca digitale di finali alternativi – positivi – che possa essere consultata da chiunque per trovare ispirazione, soprattutto da chi è bloccato davanti alla pagina bianca e non sa più come va avanti la propria storia. Mano a mano che raccogliamo le storie – che saranno perlopiù sotto forma di video – vogliamo pubblicarle, nel senso letterale di renderle pubbliche, dare loro visibilità. Non adotteremo i criteri con cui normalmente si selezionano le storie in casa editrice: non faremo caso alla ricercatezza della scrittura, all'architettura della trama, alla costruzione dei personaggi. Sospenderemo il giudizio, perché le troviamo tutte bellissime, utilissime. In questo particolare caso la bellezza e la verità sono costituite dalla scelta stessa di raccontare la propria esperienza, dal gesto di mettersi davanti a una telecamera – o a un foglio bianco – e dire: «Ascoltate me, le cose non stanno come credete, potete essere pienamente felici vivendo come vi pare, liberi di essere ciò che siete. E non solo, ottenere quella felicità è un vostro diritto. Vi racconto cos'è successo a me».

Le cose cambiano. Cosa deve cambiare? Chi deve cambiare? Perché le cose devono cambiare?
L'Italia, deve cambiare. E gli italiani. Perché il livello di violenza fisica e verbale nei confronti delle persone LGBT è altissimo, e non solo: c'è tutto un lavoro sui diritti che è ancora da fare. Stiamo iniziando adesso a sentirne parlare seriamente – con la proposta di una legge contro l'omofobia, o con quelle per il matrimonio egualitario. Che sia la volta buona? Lo possiamo solo sperare. Le cose devono cambiare perché non ci sia più bisogno di noi, perché nessuna ragazza, nessun ragazzo debba più pensare “di non avere avuto la fortuna di nascere eterosessuale”, come abbiamo letto di recente sui giornali. Perché nessuna ragazza, nessun ragazzo, debba più credere di essere solo al mondo, o di non avere alternative.

Qual è stato il primo video caricato? Quanti video avete raccolto finora?
Il primo video che abbiamo ricevuto è stato quello di Fulvio Zendrini, che fa parte di Girls and Boys. È stato caricato insieme ad altri video, abbiamo deciso di partire già con un piccolo archivio, per iniziare subito a cambiare le cose. Siamo arrivati a raccogliere quasi quaranta storie, e speriamo che sia solo l'inizio.

Quale vi sembra essere il feedback dal pubblico?
Ti racconto come è iniziata la mia giornata, per fartelo capire. È suonata la sveglia del telefono, l'ho preso per spegnerla e ho trovato un messaggio su Facebook che diceva più o meno così: potere finalmente esprimere ad alta voce ciò che non avevo mai detto mi ha liberata un bel po'. Senza te e senza Le Cose Cambiano non sarebbe accaduto! Perciò grazie mille. La strada è lunga e forse un po' in salita, ma sto cominciando ad intraprenderla, e questo è già fantastico, per me. Poi sono andata su Twitter e lì ho trovato quest'altro messaggio: mi domando se la mia vita sarebbe stata diversa se negli anni 90 avessi avuto il vostro supporto. Ecco, questo.

“Le cose cambiano” ha avuto subito molto seguito. Servivate. Eccome se servivate. Ora qual è il prossimo passo?
Il prossimo passo sarà quello di pubblicare un libro, insieme al Corriere della Sera, che sarà in parte una traduzione di It Gets Better: Coming Out, Overcoming Bullying, and Creating a Life Worth Living, e in parte tutto italiano. Il libro uscirà tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre, per arrivare là dove non arriva la rete. Speriamo possa diventare uno strumento utile non solo per gli adolescenti e le adolescenti LGBT, ma anche per i genitori, per gli insegnanti, per chiunque. E poi... si vedrà! Abbiamo un grande esempio, davanti a noi, quello degli Stati Uniti, dove il progetto It Gets Better sembra davvero avere contribuito a cambiare le cose. Facciamo parte della rete internazionale degli affiliati – un'esperienza meravigliosa, come fare parte di una grande famiglia.

Le cose potranno cambiare davvero?
Le cose stanno già cambiando, e allora non posso che risponderti di sì. Stanno già cambiando perché abbiamo sempre più voce, stanno già cambiando grazie al lavoro delle associazioni e a quello degli individui. Sono già cambiate: lo sentiamo dalle storie che ci stanno arrivando. Cambieranno: perché mai come in questo momento ci sono la voglia e le forze per farlo.

Qual è la più grande speranza di “Le cose cambiano”?
Quando abbiamo iniziato ci siamo detti: se questa cosa cambierà anche solo la vita di una persona, sapremo di avere raggiunto il nostro obiettivo. Ogni volta che qualcuno ci scrive per ringraziarci, per dirci che grazie a noi ha trovato il coraggio di fare coming out, o di rivolgersi a qualcuno, o di uscire dall'isolamento, ci diciamo: ce l'abbiamo fatta, ma ancora non ce l'abbiamo fatta, avanti con la prossima. Una persona alla volta, una storia alla volta: è così che le cose cambiano.


Cambiare le cose. Cambiare le vite.

Che poi, sarà che il liceo classico ti segna, ma "cambiare" deriva dal greco kambein/kamptein che voleva dire proprio curvare, piegare, girare intorno. 
Chissà che non sia la volta buona che qualche mente non curvi la sua direzione.


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