“A questo punto la chiami MOGLIE”.
Questo dice Lorenza, parlando di Ingrid, alla loro
padrona di casa ottantenne.
Ed è giusto così. È normale così. È banale così.
Ed è proprio di questa sconosciuta banalità che quest’intervista
parla.
Della banalità delle cose normalissime, come scegliere il
catering per il proprio matrimonio.
O del farsi conoscere per abbattere tutti i pregiudizi.
Lorenza Soldani e Ingrid Lamminpaa.
Una storia d’amore che dura da otto anni, dal 2005. Coronata con un meraviglioso matrimonio lo scorso anno.
Un matrimonio, il loro, che ha riunito generazioni
davanti al pc, che ha incuriosito molti e che ha fatto sentire tutti coinvolti,
quasi invitati.
Sì, perché loro sono “quelle” di Leidissesì.
Potevamo forse non raggiungerle?
“Io sono nata, cresciuta e viviamo tuttora a Firenze -
racconta Lorenza - Ingrid ha la doppia cittadinanza, è svedese di nascita”. Quando
l’amore chiama, i confini non contano.
E poi è tutta una questione di aspettative, dice Lorenza.
“Ti saresti mai immaginata di poterti sposare? No. Eppure l’abbiamo fatto. Non è
una cosa che immaginavamo, eppure ce l’abbiamo fatta. Da adolescenti, invece,
ti importa solo di riuscire a sopravvivere”.
Nella visibilità, tanto professata da Meladailabrianza,
loro ci hanno costruito un intero progetto. Anche nelle scuole: “Perché i
ragazzi che si trovano in una situazione difficile della loro adolescenza sono
alla ricerca di punti di riferimento: vedere che ci sono persone omosessuali
che hanno avuto e hanno una vita felice da loro motivazione”.
“Una coppia normalissima”, ecco cosa sono Lorenza e
Ingrid. Raccontano di avere la fortuna di vivere in una città come Firenze,
tranquilla e molto friendly, e di avere amici molto lontani dell’uso di
etichette. E sia pubblicamente che lavorativamente, non nascondono il loro
rapporto.
E poi c’è il loro progetto principe: “Leidissesì è il
nostro modo di metterci la faccia – raccontano – perché il blog è fondato e
basato su un’idea apparentemente semplice, come quella del matrimonio. Abbiamo spinto
su questo evento, proprio sottolineando gli step tradizionali: la scelta
dell’abito, della location, del catering, la scelta delle fedi. Sono azioni
normalissime, su cui abbiamo calcato la mano per evidenziare quanto siano
banali”.
“Metterci la faccia è raccontarsi, ed una cosa importante
in cui crediamo. Raccontare la propria storia dà tutto un altro volto alla
faccenda. Per scardinare i pregiudizi, bisogna farsi conoscere.” Parole sante.
“Che poi, si parla sempre di persone come tutte le altre,
che hanno il diritto di avere gli stessi diritti, le stesse tutele e gli stessi
doveri”.
Che poi il karma ringrazia sempre: “Essere visibili e non
nascondersi è sempre ripagato. E ne vale la pena”, raccomandano Lorenza e
Ingrid.
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