sabato 15 dicembre 2012

MLDLB CHIAMA, ARCIGAY RISPONDE


Stanno succedendo tante cose nel mondo. E poche in Italia.
Contraddizioni e incongruenze tra il nostro Paese e tutte le nazioni che invece stanno progredendo sul fronte dei diritti omosessuali.
C’è qualcosa che non è chiaro.
Allora ci si fa schiarire le idee da chi ne sa di più (e soprattutto è nel campo da più tempo).
 
Meladailabrianza chiama.
Arcigay risponde.
Nella persona di Valerio Barbini, neoeletto responsabile della Segreteria Nazionale di Arcigay con delega a uguaglianza, diritti lgbt e matrimonio.


Quello che succede in Italia lo leggiamo tutti nella cronaca. Anche questi giorni le discriminazioni sono all’ordine del giorno e per l’ennesima volta una legge contro l’omotransfobia è stata bocciata dal parlamento.
Per fortuna, anche se occupa meno le pagine di cronaca, qualcosa, seppur lentamente, si muove. Penso alla nascita dell’Oscad, al lavoro portato avanti dall’Unar, al lavoro quotidiano delle associazioni che, per quanto è loro possibile, offrono supporto, assistono legalmente vittime delle discriminazioni, entrano nelle scuole per diffondere una cultura delle differenze e della non discriminazione. Certo non basta, dobbiamo continuare ad essere inflessibili e pretendere il massimo, che non è niente più di quello che ci spetta e stare molto attenti, penso al fatto che a breve andremo ad elezioni, a non prestare il fianco ad operazioni al ribasso o di facciata.

Rosario Crocetta in Sicilia, Nichi Vendola in Puglia. Due politici omosessuali dichiarati, alla guida di due regioni del Sud. Potrebbe sembrare incredibile in quest’Italia, ma è così. Qual è allora la profonda e intima contraddizione italiana? Cosa spacca il nostro Paese in due?
Credo che il fatto che due omosessuali dichiarati siano presidenti di due regioni del Sud sia utile per demolire un pregiudizio, quello che vede un mezzogiorno arretrato, omofobo e transfobico e un Nord civile ed europeo. Facciamo attenzione però, non dice nulla più di questo, l’omofobia e la transfobia vanno contrastate in tutto il Paese, da Nord a Sud. Per quanto riguarda i politici omosessuali dichiarati può essere un buon segno, se si sa tradurre in un’azione politica e amministrativa di promozione dei diritti; è vero che in questo Paese sono ancora pochi i coming-out celebri, ma se è giusto considerare il coming-out di Tiziano Ferro un fatto importante per un politico non può bastare e non può essere un alibi per non realizzare politiche dei diritti.

L’Italia è un paese omofobo?
Non c’è bisogno di essere attivisti per sapere che in Italia omofobia e transfobia sono all’ordine del giorno. Basta leggere le cronache, sapendo che succede anche molto altro e che non tutto arriva all’attenzione dei media. Ma credo sia un’altra la domanda giusta da porsi. In Italia l’omofobia e la transfobia sono contrastate dallo Stato? In che modo le persone lgbt sono tutelate dallo Stato italiano rispetto alle discriminazioni per orientamento sessuale e per identità di genere? Finché la legge italiana sui crimini d’odio, la legge Mancino, escluderà le persone lgbt, non ci sono scuse valide e i primi responsabili dell’omofobia e della transfobia in Italia sono lo Stato e la classe politica.

C’è speranza che il nostro Paese cambi?
Io credo che il nostro Paese non possa non cambiare e che stia già cambiando. I dati rilevati dall’Istat in merito mostrano chiaramente che la società italiana è pronta. Il cambiamento ha bisogno ancora di essere spinto, non basta sperare ma la speranza va “aiutata”. Serve mettersi in gioco tutti in prima persona nel proprio quotidiano e nel movimento. Non è più il tempo di aspettare il cambiamento, dobbiamo pretenderlo. Le volontarie e i volontari di Arcigay si occupano di questo in tutto il Paese e a me pare una delle cose più belle che si possano fare, portate anche le vostre energie e le vostre idee e facciamo cambiare questo Paese insieme.


"Cambiare questo Paese insieme".

Cominciamo dalla Brianza?


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