Propaganda omosessuale.
Questo il nome del crimine che l’omofobia russa ha
inventato.
Già in nove regioni dell’ex Cortina di ferro la legge è
già in vigore.
E a breve potrebbe estendersi all'intero territorio russo.
Il 19 dicembre il parlamento deciderà se rendere
nazionale la legge che proibisce la “propaganda omosessuale”. Prima si scontava nei Gulag o in carcere, ora nella
moderna Russia di Putin il reato di omosessualità si sconterà a colpi di multe,
isolamento sociale e silenzio. Non sembrerebbe un grosso salto indietro
rispetto al giorno in cui l’omosessualità era stata depennata dalla lista dei
reati? E si tratta di un giorno di vent'anni fa.

“Questa è una repressione condotta in base ad una logica
fascista - ha spiegato al Guardian Igor Kochetkov, presidente dello Lgbt
network - è una strana coincidenza che la legge verrà discussa il 19 dicembre,
perché il 17 dicembre 1933 le autorità sovietiche dichiararono illegali le
relazioni tra uomini. Dicevano che i gay erano alieni alla società sovietica.
Oggi viene usata la stessa retorica”.

La stessa America dove è finita in tribunale una terapia
di conversione per gay: quattro cittadini del New Jersey hanno avviato
un'azione civile per frode dopo aver speso migliaia di dollari per la terapia,
solo per sentirsi dire che il continuare a sentire attrazione per il loro
stesso sesso era "colpa loro".
Non tutto il mondo è paese.
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