lunedì 29 aprile 2013

RIPARARE CREA DANNI IRREPARABILI

La terapia di conversione, anche detta terapia riparativa o terapia di riorientamento sessuale, è un metodo inteso a cambiare l'orientamento sessuale di una persona dall'omosessualità originaria all'eterosessualità, oppure ad eliminare o quantomeno ridurre i suoi desideri e comportamenti omosessuali. Sono state tentate diverse tecniche, incluse modificazione del comportamentoterapia dell'avversionepsicoanalisipreghiera e terapie religiose quali l'esorcismo.


Queste terapie, che non hanno nessun reale fondamento scientifico, sono state messe al bando da numerose associazioni mediche e psicologiche tra le quali l'American Psicoanalitic Association, l'American Psychiatric Association e l'American Psychological Association. Ultimamente anche gli psicologi italiani si sono apertamenti espressi contrari a queste terapie, l'Ordine degli Psicologi dell'Emilia Romagna ha divulgato un comunicato stampa nel quale afferma "L’analisi delle ricerche scientifiche e dei dati clinici, pubblicata recentemente dall’APA (American Psychiatric Association) e condivisa dal Consiglio dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna con l’approvazione del documento ufficiale contro le “Terapie Riparative”, ribadisce la nocività di tali trattamenti. Dall'esame della letteratura scientifica è infatti emerso che le terapie tese a modificare l’orientamento sessuale, oltre a fallire nel loro scopo, possono provocare nei soggetti gravi effetti negativi che spaziano dalla perdita di interesse sessuale all'ansia e depressione - a volte aggravate da spinte al suicidio - causando pesanti stress emotivi ed accrescendo l’omofobia interiorizzata. [...] APA e Ordine dell’Emilia-Romagna, così come associazioni scientifiche ed enti di tutto il mondo, raccomandano pertanto a psicologi e psichiatri di affrontare il malessere accusato da alcuni omosessuali con terapie supportive, accoglienti e non giudicanti. Alla base di tale disagio ci sarebbe infatti un conflitto interno tra l’orientamento sessuale e il contesto socio-culturale cui la persona appartiene – spesso tuttora affetto da discriminazioni e disapprovazione sociale – in grado di indurre nell’individuo uno stato di omofobia interiorizzata che svaluta pesantemente l’immagine che ha di sé, causando imbarazzo, vergogna, colpa e tendenze suicide. Diventa allora eticamente necessario per i professionisti indirizzare la persona verso la consapevolezza di tale conflitto, aiutandola a superarlo e così liberarla da condizionamenti inconsapevoli e autodistruttivi."

Nonostante questa campagna mondiale anti-terapie riparative, esistono ancora in tutto il mondo  tantissimi centri che offrono questo servizio di conversione, usando le tecniche più disparate.
Proprio in questi giorni il Daily Telegraph ha riportato la notizia di 3 ragazzi tra i 15 e i 20 anni morti in Sud Africa mentre frequentavano un campo che per 1900 dollari prometteva di trasformare i ragazzi effeminati in "veri uomini".


E' stata la recente morte di  Raymond Buys, 15 anni, a permettere che si facesse luce su altre due morti avvenute nel campo e classificate come "naturali".
Raymond è arrivato in ospedale col corpo scheletrico, disidratato, aveva subito danni cerebrali, le braccia erano rotte in più punti e su tutto il corpo c'erano ustioni e ferite. E' rimasto agonizzante quattro settimane in terapia intensiva prima di cedere alla morte.
Ora Alex De Koker, l'organizzatore del campo, e il suo assistente Michael Erasmus, sono accusati di maltrattamenti di minori, tortura e omicidio sia per il caso di Raymond sia per i due vecchi decessi di cui sono state riaperte le indagini.
Tutto questo è successo in Sud Africa, ma anche in Italia sono numerosissimi i centri, soprattutto di stampo religioso, che assicurano un "ritorno alla normalità" a tutti quelle persone che non sapendosi accettare pensano di essere diversi e sbagliati.
Noi crediamo che solo una diffusa, capillare e adeguata informazione, rivolta sopratutto ai più giovani, possa scalfire e screditare questo sistema di "conversioni" insegnando che l'uomo e la donna "veri" sono quelli che non hanno paura di mostrarsi per quello che sono dentro. 



sabato 27 aprile 2013

"CHE TUTTO QUESTO NON FINISCA MAI"


E con queste parole si è chiusa la penultima serata in Acropolis della stagione 2013 di Meladailabrianza. Una serata piena di emozioni, vecchie e nuove conoscenze, sguardi affascinati dal fuoco come i bambini e musica che ha riempito pance e gambe.

E via con i ringraziamenti.
Grazie a Lune Al Tempio, che con i loro giochi di fuoco hanno lasciato tutti a bocca aperta.
Grazie a Frenzy dj e alla sua musica che ha fatto impazzire tutti.
Grazie a Vale EFFE e Alex C che hanno fatto dare tutti fuori da matto ("La gente era troppo presa bene: sotto il palco alzavano le braccia al cielo come ad un concerto", citazione di fine serata).
Grazie a mamma Burgio per l'allestimento.
Grazie a Giulia e alla sua esibizione sul palco, perchè a quanto abbiamo potuto vedere, come balla lei non balla nessuno.
Grazie a Gp e al suo solito visual set da sballo.
Grazie alla Meli e alla Vale che hanno immortalato con i loro obiettivi i momenti più belli della serata.
Grazie al coinquilino della Lanzani per il supporto logistico.
Grazie allo stagista e alla sua impertinenza nel filmare ciò che dovrebbe e ciò che non dovrebbe, perdendosi a volte le scene migliori.
Grazie a Maya Luna, indescrivibile come al solito.

E come sempre, grazie ad Arci Acropolis per averci protetto dalla pioggia.
Pioggia, che non ha fermato nessuno. A quanto pare.

E tra lanterne cinesi bruciate (sì, sono un'imbranata e allora!?) e lanterne cinesi volate, la serata è stata colma di desideri espressi o esauditi.

Appuntamento il 17 maggio per la serata finale di stagione. 
Se ne vedranno delle belle, dicono.


Stay Tuned.


mercoledì 17 aprile 2013

"SIATE VOI STESSI, NON SARETE ESCLUSI"

L'avevamo già conosciuta. Ormai più di un anno fa.
Ora l'abbiamo fatto noi. Eleonora Dall'Ovo si racconta. E lo fa qui.

Una chiacchierata tra amiche, anche se a distanza, ma è stato come stare davanti ad un caffè. E questa volta non c'era nessuna macchina verde.

Prima le presentazioni. Ciao, tu sei?
Eleonora Dall'Ovo, una teatrante, insegno teatro nelle scuole, scrivo teatro per ragazzi, teatro femminista e teatro a tematica lgbq. Sono anche una radio giornalista e conduco la storica trasmissione di Radio Popolare “L'Altro Martedì”.

In quale delle tue mille professioni ti identifichi di più?
Mi identifico di più in quella di radio giornalista lgbtq, perchè mi piace molto lavorare con il media radio, perchè mi permette di conoscere molti attivisti lgbtq e perchè divulgo agli ascoltatori etero e non solo il nostro modo di vedere il mondo e le nostre battaglie per i nostri diritti. Ci credo molto in questo mio doppio lavoro, sono circa 17 anni che conduco L'Altro Martedì e in questi anni ho davvero visto evolvere e poi purtroppo involvere le istanze del movimento. Purtroppo il nostro Paese è una nazione europea poco attenta ai diritti per coloro che non siano etero bianchi e maschi.

Sei alla conduzione de “L’Altro Martedì”, storica trasmissione di Radio Popolare, che si definisce “di cultura e informazione omosessuale e transex”). Com’è nata l’idea di creare una trasmissione del genere?

L'idea è nata 34 anni fa dal giornalista gay Paolo Hutter e Paolo Rumi. Hutter lavorava già in radio come giornalista e gli venne in mente di fare la prima trasmissione radio in Italia a tematica gay e lesbica. Fu subito un gran successo, perchè lo stile era molto diverso da quello di oggi, molto camp, scherzoso, fatto di battute e molto teatrale. Oggi l'Altro Martedì ha uno stile più giornalistico che di intrattenimento. Informa e da voce a tutte quelle realtà che operano sul territorio italiano. Non ci furono per niente critiche , anzi era molto seguita dagli etero che se la ridevano. Ad esempio se c'era una partita di calcio, loro facevano la diretta, ma non certo sul calcio ma sui calciatori!

La radio è un mezzo molto potente, probabilmente uno dei più forti per raggiungere le persone, e la tua trasmissione fa informazione, cosa ancora con più grandi potenzialità. Cosa pensi di raccontare attraverso la tua trasmissione? Cosa speri che raggiunga chi ti ascolta?
Io spero di raggiungere ascoltatori etero e omosessuali e trangender. Riguardo agli etero vorrei che sapessero quanto e cosa riescono ad organizzare le associazioni lgbtq sul territorio, che gli omosessuali non sono anormali, ma sono semplici persone che amano persone del loro stesso sesso. Per etero mi piace anche diffondere la nostra cultura che non è fatta solo di Pride e feste, ma soprattutto di libri, teatro, cinema, musica.e che diamo un grande apporto alla cultura del paese: pensiamo solo a personaggi come Pasolini, Pier Vittorio Tondelli, Virginia Woolf, Almodovar e mille altri ancora. Riguardo agli omosessuali spero che ricevano forza dalla mia visibilità e dalla visibilità degli intervistati. Noi intervistiamo solo persone che dicono il loro nome e cognome vero, altrimenti niente. Desidero che gli ascoltatori omosessuali sappiamo gli avvenimenti della nostra città e conoscano più realtà lgbtq per poter magari scegliere se diventare militanti o semplicemente parte di una comunità che si ritrova e produce cultura anche solo manifestando  con il proprio corpo ad un Pride.

In tutti gli anni in cui hai condotto la trasmissione qual è stata la rivoluzione più grande nel mondo omosessuale a cui hai assistito?

Beh mai potrò dimenticare il World Pride che si svolse a Roma. La radio ci fece fare la diretta. Era il 2000 e il World Pride svolse a Roma tra mille polemiche. Eravamo tantissimi, gay, lesbiche, transgender, bisex, etero da tutto il mondo. Tutti sfilavamo felici e convinti che avremmo avuto presto i nostri diritti. Fu una diretta in network su tutta Italia entusiasmante. Intervistai personaggi politici storici del movimento e gente comune e posso dire con il cuore che è stata davvero una delle emozioni più grandi della mia vita.

E la delusione più grande, sempre in fatto di tematiche omosessuali?
Il Roma World Pride ci diede molte speranze, ecco la delusione più grande è ancora che dopo 13 anni di lotte non abbiamo in Italia un legge contro l'omofobia e per il matrimonio egualitario. Purtroppo i nostri politici dipendono troppo dai partiti di centro e la nostra destra è una destra conservatrice quasi medioevale, non certo come quella americana o quella inglese.

Cosa credi sia importante al giorno d’oggi soprattutto in Italia per sbloccare questa resistenza nei confronti delle coppie omosessuali?
Una nostra rivoluzione di massa. Andare ad occupare il Parlamento. Credo che le nozze omosessuali non le vedrò mai. Credo che la mia generazione del '67 non avrà modo di goderne i benefici!!!!!

Il messaggio che vorresti arrivasse a chi ti ascolta?
Siate visibili, non vergognatevi di essere omosessuali o transgender. Siate voi stessi, non sarete esclusi, anzi vi darà più forza. Fate coming out!!! 


A questo punto non è forse irresistibile dare una sbirciata alla pagina di "L'Altro Martedì". E non sarebbe male nemmeno cominciare ad ascoltarlo qualche volta.

mercoledì 10 aprile 2013

I SOGNI, NEI CASSETTI, FANNO LA MUFFA

I sogni son desideri, diceva qualcuno.
Ma scarpette di cristallo a parte, Meladailabrianza crede nei desideri.

Dopo esserci rivolti a divinità Maya nella speranza di vedere esaudite le speranze di tutti, ora ci rivolgiamo ai pollini della primavera. Da sempre portatori di allergie, chissà che questa volta non portino altro.

Meladailabrianza presenta KissMe&MakeAWish.

Arci Acropolis, che ormai è la nostra seconda casa, venerdì 26 aprile ospiterà la folla di gente più desiderosa della Brianza. Poi, desiderosa di cosa, si vedrà.

Desiderano far ballare fino allo sfinimento e vedere corpi anelanti tregua, i dj che popoleranno la consolle: Frenzy dj, Vale EFFE, e Alex C dj non daranno facilmente tregua a chi si avventurerà a ballare sotto i loro occhi.
Desidera farvi perdere nel vortice delle sue immagini psichedeliche, il vj padrone dei visual set: GP.
Desidera ciò che vi farà arrossire, l'unica e instancabile Maya Luna.

Desidera stupirvi Meladailabrianza, che per creare il sapore e il profumo della magia si affida al prestigio dei giochi. A rendere la serata più unica che rara la musica, la magia e i fuochi di Lune Al Tempio.

Inutile dire cosa desideri Meladailabrianza. Vero?
D'altronde, più baci di così, si muore.

See You There


giovedì 4 aprile 2013

LOVE MAKES A FAMILY


Per molti di noi il buon senso ci suggerisce che per essere buoni genitori non bisogna per forza essere eterosessuali, ma, come ben sappiamo, moltissime persone non condividono questo pensiero e sono scandalizzate all'idea che un bambino possa essere allevato da due madri o due padri.

Uno dei motivi di questa resistenza è che, come sottolinea Vittorio Lingiardi (psichiatra e psicoterapeuta italiano, professore ordinario di Psicologia Dinamica presso la Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza Università di Roma) “il  tema della genitorialità omosessuale è di solito affidato a ideologie o visceralità di politici il più delle volte impreparati”
Le conseguenze di questa cattiva informazione sono la discriminazione e l’assenza di leggi che permettano a persone dello stesso sesso di sposarsi e adottare, negando, di fatto, il diritto alla famiglia a moltissime persone.



Noi, che crediamo nella necessità e nel valore di una buona informazione, pensiamo che sia giusto dare voce a chi in fatto di genitorialità è sviluppo infantile se ne intende e riporteremo di seguito i risultati di numerosi e recenti studi in campo psichiatrico e psicologico:
  • Il 20 marzo 2013 l’American Academy of Pediatrics (Aap) pubblica un importante documento in cui, oltre a ribadire le conclusioni di una ricerca pubblicata nel 2006 («adulti coscienziosi e capaci di fornire cure, siano essi uomini o donne, etero o omosessuali, possono essere ottimi genitori»), afferma che, «nonostante le disparità di trattamento economico e legale e la stigmatizzazione sociale», trent’anni di ricerche documentano che l’essere cresciuti da genitori lesbiche e gay non danneggia la salute psicologica dei figli e che «il benessere dei bambini è influenzato dalla qualità delle relazioni con i genitori, dal senso di sicurezza e competenza di questi e dalla presenza di un sostegno sociale ed economico alle famiglie». Motivo di più, conclude l’Aap, per sostenere definitivamente la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso. 
  • L’American Psychoanalytic Association risponde così a chi sostiene che avere genitori omosessuali è “contro l’interesse del bambino”: «È nell’interesse del bambino sviluppare un attaccamento verso genitori coinvolti, competenti, capaci di cure e di responsabilità educative. La valutazione di queste qualità genitoriali dovrebbe essere determinata senza pregiudizi rispetto all’orientamento sessuale».
  • In Francia, cinquecento psicoanalisti hanno da poco firmato una petizione a favore del «matrimonio per tutti» e della possibilità di adozione per le persone omosessuali.
  • L’Associazione Italiana di Psicologia ricorda, in una recente pubblicazione, che «la ricerca psicologica ha messo in evidenza che ciò che è importante per il benessere dei bambini è la qualità dell’ambiente familiare», indipendentemente dal fatto che i genitori siano «conviventi, separati, risposati, single, dello stesso sesso».


Qual è, quindi, il “vero genitore”? Quello che mette a disposizione la propria biologia o quello che cresce il figlio fornendogli cure e sicurezza?
Noi la risposta la sappiamo e sappiamo anche che è giunta l’ora di smetterla di nascondersi dietro la parola “tradizione”, non esiste più un solo tipo di famiglia, ma esistono tante famiglie tutte valide nel momento in cui mettono a disposizione affetto e accudimento.

In poche parole: love makes a family.