Finchè è possibile.
Parlarne è già vietato.
Come anticipato il mese scorso, ora la legge antigay russa è diventata realtà.
Con una maggioranza pressoché assoluta (388 sì, un no e un'astensione) il Parlamento russo ha approvato ieri l'estensione a tutto il territorio nazionale di una legge già in vigore a livello regionale a San Pietroburgo, Kaliningrad ed altre grandi città russe: il divieto di propaganda omosessuale (e anche se mancano tre letture perchè il disegno di legge diventi definitivo, il partito comunista russo ha già chiesto l'accelerazione del suo iter).
L'intenzione definizione generica di "propaganda" permetterà di punire con pesanti multe (che costeranno quanto due intere utilitarie) attori, artisti ma anche comuni cittadini colti ad esprimere in pubblico un'opinione riguardo argomenti omosessuali. Saranno vietati eventi, manifestazioni (da un semplice bacio in strada fino al Gay Pride) e concerti che possano essere ritenuti a rischio di "propaganda gay".
Abbasso l'evoluzione. Benvenuto Medioevo.
Calci, sputi, insulti e arresti sono già stati perpetuati ai danni di qualche giovane e sprovveduto manifestante che invano ha tentato di ribellarsi a questa nuova imposizione del governo russo. Che ricordiamo essere governato da Putin ai giorni nostri e non più da Stalin, anche se il dubbio potrebbe venire.

Dimitri Guokov, del partito dei liberal democratici russi, afferma: "Questo progetto di legge ci sta trasformando in buffoni". Il partito, nonostante capisca che i minori siano la fascia meno protetta
da questa propaganda, afferma che non è questo il modo giusto per difenderli e
che ”i membri del parlamento non hanno esitato a votare a favore di questa
legge, considerando che il fine giustifica i mezzi”.
Intanto l'America si mobilita o almeno ci prova. Dopo l'indignata e classica preoccupazione statunitense (che poche volte porta a qualcosa di concreto), quanto meno arriva una dichiarazione di Victoria Nuland, portavoce del Dipartimento di Stato per
l’America: “Sostenere questa legge contraddice il dovere internazionale della
Russia sul rispetto dei diritti umani e della difesa della libertà dei propri
cittadini”.
Nel silenzio russo (tipico delle tre famose scimmie che non vedono, non sentono e non parlano) solo una voce si è alzata. La scrittrice russa Ljudmilla Ulitskaja ha dichiarato: “Una legge medievale che gioca sull'ignoranza di una popolazione ancora dominata da pregiudizi e da retoriche machiste”.
A poche ore dalla Giornata della Memoria, non pare che la Russia stia identificando una specifica razza (che in tempi bui era quella ariana) che sembrerebbe vada difesa dai contaminatori gay che potrebbero comprometterne l'integrità?
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