Recenti polemiche e dibattiti hanno acceso il profilo di Meladailabrianza e soprattutto della sua responsabile. Scontri politici che hanno aperto una diatriba sul delicato argomento dell'unione e della genitorialità omosessuale, nell'ambito di un Comune che ha già deliberato in merito alla legittimità del prima prima.
Città di contraddizioni, quella di Vimercate.
Ma è pur sempre grazie a quelle che ci si fa strada. Dicono.
Ma è pur sempre grazie a quelle che ci si fa strada. Dicono.

Presente con la mente e con il cuore al Roma Pride, dove la cara amica Raffa ha portato il logo e il pensiero di Meladailabrianza sul petto (e sulla testa), il collettivo andrà a fare il solito casino brianzolo al Milano Pride.
Motivo per cui, meglio prima farsi conoscere. E conoscere.
Siamo andati a disturbare Fabio Galantucci, organizzatore del Milano Pride 2013, giusto per qualche domanda. E povero lui, si è anche messo a rispondere.
Quest’anno il Milano Pride è arrivato alla sua
decima edizione. Ma qual è il motivo d’orgoglio del 2013?
Il motivo d’orgoglio
nel 2013 è quello di essere presenti e visibili in un paese che continua a
negare diritti a gay e lesbiche. E questo continua a contraddistinguere i Pride
italiani dagli altri Pride Europei dove, dopo avere ottenuto il riconoscimento
dei diritti civili, il Pride continua ad essere una festa importante della
comunità LGBT. A Milano, come negli altri Pride italiani, non dobbiamo invece
dimenticare che, oltre ad essere una grande festa, il Pride ha una forte
valenza politica: è il momento in cui chiediamo a gran voce i nostri diritti. Anche
per questo il 29 giugno sfiliamo contemporaneamente ad altre 4 città (Bologna,
Catania, Cagliari e Napoli) con cui abbiamo dato vita ad Onda Pride, l’unione
di 5 pride locali con la stessa piattaforma politica che chiuderanno la
stagione dei Pride Italiani chiedendo dalle diverse regioni d’Italia che questo
sia l’anno dei diritti.
Il fatto di avere
costruito un’intera settimana di iniziative il cui culmine è la parata del 29
giugno, e pensare, quindi, al Milano Pride non solo come la parata
dell’orgoglio LGBT ma come una serie di iniziative diffuse è già un importante
cambiamento rispetto agli altri anni che avvicina
Milano all’esperienza degli
altri Pride europei. Con la Milano Pride Week abbiamo cercato di coinvolgere la
città nelle sue diverse anime (teatri, librerie, locali, etc) per far sentire
la città come parte attiva della manifestazione, e non come semplice
spettatrice di una parata. Soprattutto
per quel che riguarda la zona di Porta Venezia, dove si svolgerà la gran parte
degli eventi, in cui abbiamo stipulato una serie di convenzioni e abbiamo
creato una rete di esercizi aderenti al Milano Pride che faranno sconti ai
possessori di una Pride Card (scaricabile dal sito) e che stanno già esibendo
il simbolo del Milano Pride sulle vetrine. Già questi, secondo me, sono
importanti cambiamenti in atto.
Cosa succederà alla solita faccia grigia di Milano
che siamo abituati a vedere? Di che colori si tingerà il capoluogo lombardo? Qual
è il programma della manifestazione? Insomma, quale sarà la scaletta degli
eventi?

Parlando di attualità. A vostro parere,
organizzatori di una manifestazione fondamentale all’interno della realtà
omosessuale, quanto quest’ultima si sente rispecchiata nella città di Milano e
nella sua Regione? E soprattutto, in quest’Italia?
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Vicenza Pride 2013 |
Stiamo facendo
importanti passi avanti nella città di Milano da due anni a questa parte:
quest’anno il Comune patrocina il Pride per la seconda volta consecutiva, incontra
regolarmente le associazioni e le ascolta, e un anno fa ha approvato il
registro delle unioni civili. E’ una città che non subisce più la comunità LGBT
più grande d’Italia, come accadeva prima, ma che la valorizza. A livello
nazionale è difficile dare una risposta: stiamo attraversando un periodo di
forti mutamenti nell’opinione pubblica del paese sulle questioni LGBT. Anche i
partiti politici stanno rivedendo le loro posizioni, ma è difficile prevedere
quello che succederà nei prossimi mesi perché le variabili in gioco sono
troppe: però è difficile rispecchiarsi in un paese dove non è riconosciuto
nessun diritto alle coppie omosessuali, e che non le tutela contro le
discriminazioni omo-transfobiche.
Cosa succederà dopo questo Milano Pride? Quali ne
saranno gli effetti? O, per lo meno, quali sperate che saranno?
A livello metropolitano ci auguriamo che la città e la zona di Porta Venezia continuino a valorizzare la comunità LGBT, e che la collaborazione con i partner e le realtà continui anche dopo la Pride Week. A livello politico ci auguriamo che il Milano Pride, assieme agli altri Pride locali e a quello nazionale di Palermo del 22, contribuisca a ottenere risposte concrete sui diritti perché questa situazione non è più tollerabile. Su questo, il sindaco di Napoli De Magistris sta lavorando per coinvolgere anche i sindaci delle altre città, e noi speriamo che da ora in poi potremo contare anche su di loro in questa nostra battaglia.
A livello metropolitano ci auguriamo che la città e la zona di Porta Venezia continuino a valorizzare la comunità LGBT, e che la collaborazione con i partner e le realtà continui anche dopo la Pride Week. A livello politico ci auguriamo che il Milano Pride, assieme agli altri Pride locali e a quello nazionale di Palermo del 22, contribuisca a ottenere risposte concrete sui diritti perché questa situazione non è più tollerabile. Su questo, il sindaco di Napoli De Magistris sta lavorando per coinvolgere anche i sindaci delle altre città, e noi speriamo che da ora in poi potremo contare anche su di loro in questa nostra battaglia.
Insomma, calendario alla mano e biglietti del treno sempre pronti.
Per andare dovunque si voglia. Al mare o in città. Ma con la volontà di ottenere risposte.
Per andare dovunque si voglia. Al mare o in città. Ma con la volontà di ottenere risposte.
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