Ieri sera, lunedì 27 gennaio, poteva essere una buona occasione per cambiare le cose, ma a quanto pare Monza ha bisogno di qualche giorno in più per farlo.
Si è infatti discusso durante il consiglio comunale delle 18.30 l'approvazione del registro delle unioni civili, rimandando però per mancanza di tempo la decisione ufficiale di tale disputa a giovedì. Già, perchè a quanto pare quattro ore per discuterne non sono state sufficienti.
E pensare che consiglieri e assessori hanno avuto quasi un anno per prendere le loro decisioni, dal momento che la proposta è nata da una mozione votata il 27 febbraio dello scorso anno in cui, grazie ai voti favorevoli di Sel, Pd, Idv, M5s e Cambia Monza, è stato approvato il regolamento per le iscrizioni. Regolamento di cui dovrà tornare ad occuparsi, per ratificarlo o modificarlo, il nuovo consiglio comunale.
La proposta, presentata con somma chiarezza da un sindaco Roberto Scanagatti decisamente favorevole all'approvazione, stabilisce che si potranno iscrivere al registro delle unioni civili due persone maggiorenni legate da vincoli affettivi, coabitanti e aventi dimora abituale da almeno due anni nel Comune di Monza. Ovviamente indipendentemente dall'orientamento sessuale. L'istituzione del registro comunale delle unioni civili garantirebbe però unicamente il godimento di diritti riconosciuti dal solo Comune tramite il rilascio di un attestato che dichiarerebbe la coppia essere una ''famiglia anagrafica basata su un vincolo affettivo''. Ma appare chiaro a chiunque (o perlomeno, si spera) che tale proposta sia importante non solo per i pochi diritti che concede ma perchè a livello simbolico rappresenterebbe un vero e proprio passo in avanti per una realtà piccola e comunale come quella di Monza, ma anche un piccolo smacco (e chissà che a furia di registri delle unioni civili qualcosa non si smuova) anche a livello nazionale. Monza infatti insieme a gran parte della Brianza sta provando a dimostrarsi un passo più avanti rispetto alle istituzioni statali, e non è per niente roba da poco.
Non sono mancati commenti di Lega Nord e Forza Italia. Ma d'altro canto non sono mancati neanche i commenti forti e positivi, primi tra tutti quelli del giovane Alessandro Gerosa che si sarebbe meritato una standing ovation degna del presidente della repubblica (magari Napolitano facesse un discorso così).
La delusione a fine serata è stata tanta, ma fortunatamente anche la consolazione di sapere che tra i nostri politici (locali e non) c'è anche chi ha veramente a cuore la causa e che vuole davvero combattere per difendere i diritti di tutti.
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