lunedì 10 marzo 2014

#iocimettolafaccia: FRANCO GRILLINI

Per questa volta, le presentazioni, non servirebbero.
Meladailabrianza è andata a disturbare un gran personaggio, di quelli che hanno molto da raccontare. E soprattutto da insegnare. 
Di quelli che hanno messo la faccia, "quando quasi nessuno ce la metteva".


Cominciamo con le presentazioni. 
Chi sei? Quanti anni hai? Cosa fai nella vita? 
Sono Franco Grillini, sto per compiere 59 anni e sono consigliere regionale in Emilia Romagna, poi sono presidente di Gaynet, un'associazione lgbt che si occupa di informazione e comunicazione. 

Ora, per conoscersi meglio. 
Dove sei nato/a e cresciuto/a? Come ‘è stata la tua adolescenza? 
Sono nato in un bellissimo posto che si chiama Monte delle Formiche in un comune al confine con Bologna. Poi con la famiglia contadina siamo emigrati a Bologna direttamente. Infanzia nei campi e alla periferia della città a scorrazzare con gli amichetti esattamente come nell'adolescenza dove però c'è la scoperta della politica nella sinistra rivoluzionaria. Prima il collettivo scolastico, poi Il Manifesto, il Pdup ecc. Studiavamo i testi marxisti che ho ancora nella mia biblioteca: il Capitale, l'Ideologia Tedesca, il Che Fare... poi col tempo ho preferito Jhon Stuart Mil con il suo "Saggio sulla libertà" perché libertario e antiproibizionista. 

E ora che sei grande, com'è la vita? E come la riempi? 
Si dice che si nasce rivoluzionari e si muore pompieri. Io smentisco, rimango un Gianburrasca nella politica e nella vita. D'altra parte in Italia abbiamo fatto una rivoluzione sull'omosessualità, la sua accettazione sociale, la visibilità della comunità lgbt, siamo riusciti a dare rilievo politico ai diritti civili. Poi certo, dobbiamo ancora conquistare le leggi di parità ed è per questo che eravamo e siamo ancora per un cambiamento radicale. E così la vita era e rimane piena di cose da fare, soprattutto a spiegare ai giovani che abbiamo cambiato il mondo. Poi ci sono le passioni "private" come quella per le nuove tecnologie, per il cinema, per il cibo, e ahimè si vede... 

Quando è stato e (soprattutto) qual è stato il tuo coming out più importante? 
Quello con mia madre nel luglio dell'85 dopo una intervista sul giornale radio delle 8, il più seguito allora. Mi disse: ma come sei stato bravo, ma come hai parlato bene, ma tu che c'entri con gli omosessuali? E io un po' vilmente: mamma me ne occupo. "Se tu sei felice così - mi rispose - anche io e tuo padre siamo contenti per te".

Meladailabrianza dice sempre che “Per ottenere diritti, bisogna avere visibilità; per avere visibilità, bisogna metterci la faccia”. Tu che significato dai al “metterci la faccia”? 
Io ce l'ho messa quando quasi nessuno ce la metteva. Negli anni '80 erano pochissimi gli omosessuali visibili. Oggi l'Istat ci dice che ci sono in Italia un milione di gay e lesbiche dichiarati. Se non è stata rivoluzione questa. La visibilità per il movimento lgbt è quasi una religione civile. Senza visibilità non c'è nessun cambiamento. Metterci la faccia vuol dire prima di tutto essere fieri di ciò che si è. Poi significa darsi molto da fare per cambiare le cose in meglio, soprattutto nel proprio microcosmo, nella propria famiglia, tra i propri amici. Se tutti i gay e le lesbiche italiane nello stesso giorno lo dicessero a tutti, avremmo cambiato per sempre l'Italia e cancellato di colpo la follia omofoba. Forse è un sogno, ma i sogni aiutano a vivere e alimentano la nostra idea di libertà.

Un episodio in cui ci hai “messo la faccia”?
Sono molto affezionato alla prima trasmissione televisiva in diretta su rai2 con Gianfranco Funari. Era un talk e si chiamava "A boccaperta", era il maggio del 1986 e per la prima volta si parlava di omosessualità in modo positivo in televisione. 

Un augurio o auspicio da lasciare a chi ci legge … 
Se è una lesbica o un gay direi prima lo dici e meglio è, prima ci metti la faccia e prima ti liberi di mille prigioni. Se è un eterosessuale che ci legge gli direi mettici la faccia anche tu, perchè siamo tutti omosessuali, come negli anni '70 dicevamo che siamo tutti ebrei tedeschi. La libertà delle minoranze è parte integrante della tua libertà. Anche le maggioranze sono meno libere se anche un solo cittadino deve nascondersi, deve avere una doppia vita, deve negare la propria identità e la propria speranza di felicità.


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